sabato 28 aprile 2007

Moniti

Prova a muoverti tra le rapide;

scivolato, precipitato, immerso a mezz'acqua.
Prova a capire cosa è successo, e ti ritrovi sempre più giù, aspirato da gorghi e mulinelli. Non ci si può che liberare da ogni orpello e cercare una strenua sopravvivenza.
Sono in panne, ma forse è la condizione di una vita, a tratti irrinunciabile come certe orrende pietanze che ci si ostina a reingurgitare.
Costantemente in emergenza, con l'equipaggiamento minimo di sopravvivenza, carico di legami recisi o congelati nel contenitore delle incertezze.
Ci sono pene che debordano dentro, esigenze di intimità e silenzi ricercati.
Ci sono pensieri che frullano, mani che li proteggono e occhi scuri e fissi al cielo alla ricerca di chissacché.
Cos'è il coraggio o il tempo di capire? Cos'è che ci domina, che ci atterrisce? Perché vorrei sempre essere altrove da tutto e non so che restare qui statico come l'indole mia mai volle?
Spazi bianchi, righi da riempire; scrivere, ma perché, e per chi?

"Tutto ciò che non mi uccide mi rende più forte"

Nessuno può saperlo meglio di chi lotta, o ha lottato, contro il cancro, oppure di chi ogni maledetto dì lotta contro la vita in tutte le sue forme.
Non delapiderò quella forza che il fato mi ha consegnato per rimbeccare il bieco quotidiano, l'ignoranza e la solita mediocrità.

Volerò alto; con il monito dello schianto che soffia sul collo. E' questa l'aria della vita.
Manilo Busalacchi (19/6/2004)

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